CRISI

C'è la "CRISI". Un giorno ci siamo svegliati e abbiamo sentito: Fermi tutti......c'è la crisi!!!!!
Abbiamo cercato di capire e ci hanno detto che c'è la crisi perchè negli USA c'è qualche milione di famiglie che non ha più i soldi per pagare la casa che sprovvedutamente ha comprato.

- Ok! ma noi che centriamo. Che se la rivendano.
Non è possibile perchè nel frattempo il valore degli immobili e crollato e la vendita non avrebbe ripagato il debito.

- Allora intervenga lo Stato convincendo le banche a rinegoziare i mutui.

Non è possibile perchè le banche, conoscendo bene il danno che avevano contribuito a creare, hanno cercato di capitalizzare i loro rischi mettendo sul mercato finanziario una sorta di "titoli" basati sul nulla ovvero sui debiti, aggiungendovi di tutto e di più tossico (finanziariamente parlando) che la finanza creativa ha generato negli ultimi decenni. Per un pò la cosa ha funzionato, c'è chi si arricchito molto e chi è riuscito a farsi un nome di tutto rispetto speculando e diffondendo veleno puro.

-Ma come ha fatto ad espandersi tanto?

Nel frattempo la cosa è andata avanti per anni. Migliaia di aziende e socièta in tutto il mondo, in un modo o nell'altro, sono entrate nel giro vizioso allettate dalla buona possibilità di facili guadagni, rimanendo imprigionate, una volta cadute nella rete, perchè le banche si sono ben guardate di rinegoziare le loro truffe lasciandole con il cerino acceso in mano.

- E l'Italia in che misura è stata coinvolta?

L'Italia fortunatamente è stata coivolta solo marginalmente da questo "botto". Secondo me grazie agli anticorpi sviluppati dalle sfortunate vicende finanziare del recente passato quali il crac della CIRIO e della PARMALAT. Infatti le banche italiane forti dell'esperienza negativa di quelle sconsiderate vicende si sono fatte più guardinghe e prudenti evitando le disavventure di cui sopra. (Quando non tuttti i mali vengono per nuocere).

- Ho capito che qualche banca o qualche società finanziaria ci ha rimesso le penne, ma questo come ha fatto a coinvolgere tutti noi?

Perchè il botto è stato più grande di quanto si pensasse in un primo momento. Quasi tutte le grandi banche degli USA e centinaia di altre in tutto il mondo si sono trovate sull'orlo del fallimento o comunque notevolmente esposte finanziariamente, costrette tutte a modificare e ridimensionare le proprie prospettive economiche. Il tutto, ovviamente, si è ripercosso immediatamente su tutte le borse finanziare, provocando il crollo dei valori azionari dei titoli bancari in primis e subito dopo di tutto il listino. Infatti, una delle immediente conseguenze è stata la stretta creditizia operata dalle banche (a corto di liquidità) verso tutto il comparto produttivo con l'evidente crollo degli investimenti. A questo si aggiunge la frenata dei consumi delle famiglie spaventate da questa crisi aggiungendo danno al danno.
-E i governi cosa hanno fatto?

Come ho già detto le proporzioni di questa crisi non è stata subito evidente così come si manifesta oggi e gli interventi dei governi sono stati disomogenei e non sempre puntuali a fronteggiare l'escalation. Oggi sembra che ogni Stato ha provveduto a mettere in campo una serie di provvedimenti che possa arginare e guidare la crisi verso una soluzione positiva anche se ci vorrà qualche anno prima di avere sostanziali miglioramenti.

-E il Governo italiano cosa ha fatto?

L'Italia da un punto di vista finanziario non è entrata in questa crisi direttamente, ma come sempre ha subito l'effetto trascinamento. Ha fatto molto poco rispetto agli altri paesi ma d'altronde non si poteva permettere molto di più. L'Italia è un paese che si trova in un labirinto dove è proibito sbagliare direzione, altrimenti ritorni al punto di partenza dopo aver perso tempo e denaro. Il governo non può spendere di più perchè abbiamo un debito pubblico che ci strozza, oltre 1500 miliardi di euro che rappresentano oltre il 100% della ricchezza che in il nostro paese produce in un anno. Questo significa che dobbiamo continuare a finanziare questo enorme debito senza esporci con altri debiti per non spaventare i nostri finanziatori. Quest'anno vanno in scadenza titoli (BOT e CCT) per oltre 250 miliardi di euro e se non venissero prontamente rifinanziati ci esporrebbero a gravi rischi di "default" finanziario, ovvero la bancarotta dello Stato.

- Che cosa possiamo fare?
E' molto difficile dirlo. Ricette miracolose non ce ne sono e soprattutto non ce le daranno i "soloni" delle Banca Centrale Europea nè del Fondo Monetario Internazionale che, dall'alto della loro scienza, non sono stati capaci di capire che cosa stava succedendo o forse speravano che tutto si mettesse a posto da solo. La palla pertanto è stata passata alla politica e al buon senso di noi cittadini. Però abbiamo la necessità di sentirci rassicurati. Rassicurati per il nostro risparmio e per il nostro lavoro, evitando che la crisi si trasformi oltre che da finanziaria ed economica, anche in crisi sociale. C'è bisogno di maggiore vigilanza e protezione da questi pirati finanziari e soprattutto impedire che la finanza sia scollegata dall'economia reale.


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Tu vuò fà l'Americano

E' arrivata la data fatidica del 4 novembre e la più grande democrazia del mondo si è espressa: Barak Obama sarà il futuro Presidente degli Stati Uniti d'America. La sua elezione è stata accolta con grande entusiasmo dal popolo americano e anche coloro che hanno votato per il suo avversario, alla fine dei giochi, come da tradizione, si sono stretti attorno al loro nuovo Presidente.

Anche all'estero l'elezione di Barak Obama è stata accolta positivamente da quasi tutti i governi e diplomazie mondiali, ma in Italia si è fatto di più. C'è qualcuno che in preda ad una inusitata frenesia di entusiamo gli ha dedicato addirittura una festa con tanto di palco in piazza, con cantanti e discorsi trionfalistici come se al posto di Obama le elezioni li avesse vinte lui. Stiamo parlando di Walter l'"Americano", al secolo Walter Veltroni.
Ma cosa è successo all'ex sindaco di Roma, sembra che la batosta elettorale di aprile lo abbia mandato in tilt e, in mancanza di consenso personale, sembra costretto a cavalcare l'onda positiva dei suoi miti.

A dire il vero il nostro Walter si è preparato per tempo a questa corsa. Per prima cosa ha fondato un nuovo partito aggregando l'enorme forza dei DS con quella più a sinistra della Margherita, chiamandolo come quello di Obama: Partito Democratico (che caso). Poi ha fatto fuori il governo Prodi e si è preparato a lanciare la sfida al "candidato dello schieramento a lui avverso" con il grido di battaglia di "SI PUO' FARE" che ricorda precisamente "YES, WE CAN" del suo vate. Nel frattempo, non contento, per sentirsi ancora pi Americano, ha comprato casa a New York per la figlia, la quale dovrà sacrificarsi a studiare in America invece che frequentare una delle meravigliose ed efficienti Università italiane. Ed infine ha sfornato la sua chicca migliore: io non sono mai stato un comunista! Come se questo fosse sufficiente ad annullare e far dimenticare decenni di militanza nel PCI dove ha condiviso molte responsabilità.

Ma Walter fa finta di dimenticare che Barak Obama, anche se "giovane, bello ed abbronzato", è figlio di una storia completamente diversa dalla sua. Obama è figlio di Franklin Delano Roosevelt che ha risollevato l'America dalla crisi disastrosa del '29 ed ha liberato l'Europa dal Nazi-Fascismo. Invece nel contempo Veltroni è figlio di Palmiro Togliatti che essendo "pappa e ciccia" con Stalin, ha detto no al Piano al Marshall ed alla creazione dell'Unione Europea. Obama è figlio di John Fitzgerald Kennedy che ha bloccato l'espansionismo della più grande dittatura del mondo di cui Togliatti prima e Longo poi ne decantavano le virtù e la giustificarono per le terribili repressioni in Ungheria e Cecoslovacchia. Obama è erede di Jimmy Carter che per la prima volta ha portato allo stesso tavolo Israeliani e Palestinesi, mentre nello stesso tempo Berlinguer frequentava assiduamente i congressi internazionali dei Partiti Comunisti in Unione Sovietica facendosi finanziare dal KGB.
Con questo fardello sulle spalle è difficile presentarsi come il "nuovo che avanza", anzi, sembra di assistere ad una patetica pantomima che ricorda il Dr. Leonard Zelig interpretato da Woody Allen. Caro Walter, oggi Obama direbbe "YES, WE CAN BUT YOU CAN'T"e non ci resta che CAN'Tare "Tu vuò fà l'americano.....":



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Brunetta dei ricchi e poveri

Sicuramente qualcuno di voi conosce Angela Brambati, una dei componenti dei Ricchi e Poveri, un gruppo musicale molto noto negli 70/80, più nota con l'appellativo di "Brunetta dei ricchi e poveri". Ma in questi mesi la sua popolarità è stata offuscata dal nuovo Brunetta dei ricchi e poveri. La nuova "star", al secolo Renato Brunetta che di mestiere non fa il cantante di professione, ma il ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione. Nonostante ciò (le) ha cantato(e) lo stesso, ottenendo grande successo e popolarità. Oggetto delle sue "serenate" sono stati i dipendenti pubblici (poveri), oramai definiti da tutti "fannulloni". Chiariamo subito che siamo fondamentalmente daccordo con il ministro per le sue iniziative e lo ringraziamo, senza però esimerci da azzardare alcuni ditinguo. Caro ministro, forse gli stessi risultati si potevano ottenere lo stesso usando meno enfasi mediatica, rispettando la dignità di tutte quelle centinaia di migliaia di dipendenti pubblici che il loro dovere lo hanno sempre fatto e anche di più. Invece oggi, dopo che si è fatto di tutta l'erba un unico fascio, si vedono additati al pubblico ludibrio. Forse, una volta esaurita questa prima fase, bisognerebbe cominciare a studiare il fenomeno del "fannullismo". Bisogna capire se "fannullone" si nasce o lo si diventi e penso che la seconda ipotesi sia quella giusta. Allora bisogna chiedersi quali siano le ragioni che spingono una persona a tali comportamenti. Forse perché svolge un lavoro che non offre sbocchi e gratificazioni personali od economiche. forse perché non si sente parte del sistema, o peggio ancora perchè si vede sempre scavalcato da qualcuno più "fortunato" di lui. Sono solo delle ipotesi, ma tenga presente che nella pubblica amministrazione queste considerazioni non rappresentano delle eccezioni. In ogni caso prendersela con i "poveri" è sempre stato facile, il difficile è prendersela con i "ricchi".

A questo punto, caro ministro, penso che gli italiani la faranno santo subito se volesse usare tanto impegno ed abnegazione anche verso i "ricchi" della pubblica amministrazione.
Mi riferisco a quei migliaia di funzionari, dirigenti e manager insediati nei vari gangli dello Stato, a cominciare dai Ministeri, Enti, ASL, Istituti bancari, Società di tutti i tipi, che hanno gestito per decenni in modo quasi sempre fallimentare i loro uffici. Generando sperpero di denaro pubblico senza alcuna responsabilità e senza mai pagare in prima persona. Anzi, quando finalmente si decideva di cacciare via qualcuno, bisogna promuoverlo oppure pagargli una liquidazione miliardaria. Una sorta di premio per il cattivo lavoro svolto. Questi non sono "fannulloni", questi lavoravano, ma per i propri interessi. Ricchi e poveri, buoni e cattivi, belli e brutti ..... a quando il prossimo successo?


Che aria tira?

Che aria tira? Questa è la domanda che da alcuni mesi mi sto ripetendo sempre più spesso. Sto parlando della politica italiana che di cose ne ha viste cambiate tante dal quel 14 aprile. Ci siamo ritrovati con un parlamento molto più snello, se non nel numero dei deputati, almeno in quello dei gruppi parlamentari e questo non è da poco. Anche l'esecutivo sembra aver fatto la stessa dieta. Un gruppo decisamente più ristretto di ministri che si è buttato testa bassa all'opera, macinado lavoro con rapidità e, a quanto sembra, con discreto successo. Forse tutto questo ce lo aspettavamo, ma quello che ci meraviglia è il completo fallimento dell'opposizione. A parte qualche sporadica "gazzarra" del gruppo dell'IDV, tutto sembra dormire. E' vero che il nuovo corso promosso da Veltroni prevedeva una politica più di confronto che di scontro con gli avversari, ma fino ad ora si è assistito all'apoteosi del nulla. Infatti, passato indenne il "Lodo Alfano", dove si sono rivisti i vecchi e anacronistici malumori, la parola d'ordine è stata "... e adesso tutti al mare!!"
C'è stato qualcuno che ha detto che Berlusconi è riuscito a narcotizzare il mondo politico. In televisione, alla radio, sui giornali, compresi quelli estrema sinistra, si è assistito ad una sorta di approvazione generale di questo governo. Persino i sindacati scendono dalle barricate, per non parlare di quella miriade di amministratori locali di schieramento opposto che partecipano con estrema goduria alle scelte di questo governo centrale. Allora mi chiedo: che tipo di narcotico avrà usato Berlusconi? A me sembra che abbia fatto fare un'indigestione di Pentothal.

Ma quanto durerà questa luna di miele? I più scettici dicono che l'Italia è come una nave malridotta che procede alla deriva e che, appena finiti i fuochi d'artificio finirà per naufragare inesorabilmente. Mi auguro che, viste le premesse, il futuro del nostro Paese possa essere un pochino più roseo e per il momento "il naufragar m'è dolce in questo mare".


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